Vierchowod: “Il Milan era come un’azienda, ma alla Samp era tutto diverso”

Vierchowod confronta i due passati con la Samp e con il Milan. L’ex giocatore racconta le differenza gestionale tra i due club.
Oggi sono esattamente trent’anni da quando la Sampdoria vinse lo Scudetto: era il 19 maggio 1991.
Tra gli undici titolari della formazione blucerchiata di allora figurava Pietro Vierchowod. La sua carriera è stata una delle più longeve in Serie A. Smise di giocare a 41 anni.
Dopo la Samp, Vierchowod ha militato anche nella Juventus e nel Milan. Ecco un estratto dell’intervista rilasciata a Tuttosport, nella quale ha anche rievocato il suo passato in rossonero.
SCUDETTO – «Con il presidente avevo un rapporto speciale. Un giorno mi disse: “Pietro può fare e dire tutto quello che vuole”. Una cosa così detta da lui era davvero importante. Ma tutto il gruppo aveva uno splendido rapporto con il presidente. Lui credeva in ognuno di noi e noi lo adoravo. E questo incredibile Scudetto e le altre vittorie sono arrivate proprio grazie alla coesione, alla fora di un gruppo di ragazzi eccezionali ma anche grazie a una gestione societaria straordinaria. Allora conquistammo il tricolore, un evento impensabile per una società che mai ci era riuscita prima. Vero, prima di noi ci furono gli esempio di Cagliari e Verona, eccezioni che confermavano la regola pro grandi. Ma il nostro scudetto fu un evento epocale. Difficile trovare le parole giuste per descrivere ciò che provammo tutti noi. Meglio ricordare con il pensiero».
BOSKOV – «Più che un allenatore era un gestore dello spogliatoio. Aveva una forte personalità, ma sapeva sempre come prendere ciascuno di noi e tranquillizzarci nei momenti difficili. Lui era abituato a gestire campioni, aveva allenato pure il Real Madrid e i suoi sorgili erano preziosi e sempre azzeccati. Lui con noi era un po’ come mister Bianchi al Napoli. E che vuoi insegnare calcio a Careca, Maradona? Devi solo gestirli».
DOPO LA SAMPDORIA – «Dopo l’esperienza a Genova andai alla Juventus e al Milan. La gestione di questi due club era già allora molto aziendale e schematica. Nella Sampdoria invece ci gestivamo noi, le regole erano sancite da allenatore e gruppo».
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